Il 15 aprile, in cui Colombo doveva entrare a Barcellona, gran parte de’ cittadini era andata ad incontrarlo; il fiore della gioventù lo precedeva a cavallo : una deputazione della corte, mandatagli incontro, lo aspettava fuor delle porte della città. Come per compiere e crescere quella solennità, l’orizzonte era tutto dolcezza e luce. La natura precoce del paese faceva pompa delle primizie delle sue ricche produzioni. ll sole splendeva nel più bel sereno. ll vento del mare spandeva, insiem colla sua freschezza, i profumi delle rose e de’ fiori d’arancio che cominciavano ad aprirsi. Nel palagio dei Re, per nuova disposizione, ora stata ingrandita la vasta sala delle cerimonie, resa accessibile al popolo e splendidamente decorata. Sotto un magnifico baldacchino di broccato d’oro stavan rizzati due troni, un seggio coperto di velluto con frange d’oro, e accanto ad esso, posta alquanto innanzi, una ricca seggiola a bracciuoli.
Poco prima del suo arrivo, preceduti, secondo il cerimoniale usato, dai loro araldi di armi, dalle trombe, dai messaggeri e dalla loro casa militare, i due Monarchi, cinta la fronte della loro corona, e vestiti di tutti gli attributi della sovranità, entrarono, e si assisero ciascuno sopra il suo trono.
ll Principe reale sedette sul secondo seggio.
La seggiola a bracciuoli rimase vuota.
l grandi ufficiali delle due case reali, i ministri, i consiglieri di stato si ordinarono a destra e a sinistra alquanto dietro ai troni. l dignitari d’Aragona da un lato; i dignìtari della Castiglia dall’altro; e più lungi gli impiegati delle due case civili, i cavalieri, gli scudieri, i paggi, ciascuno secondo il suo grado. ln luogo riservato avevano preso posto le dame del palazzo, i prelati, i ricchi signori, la nobiltà; al di fuori della balaustrata stavano in piedi gl’ intendenti delle due corone, e i borghesi che qualche dimestico della corte aveva introdotti colà per favore.
Al di fuori si udiva il fremito indescrivibile della moltitudine; le strette contrade di Barcellona erano stivate di una calca impaziente di vedere. A tutti i balconi adorni di fiori, di tappeti e di donne, si agitavano mazzi di fiori, ventagli e mantiglie. Da ogni terrazzo, e perfino dai tetti carichi di spettatori partivano mille voci confuse e tutte festose. A poco a poco queil ‘ immenso e sordo romore si fece più grande, si rinforzò, crebbe e si tramutò in tonanti plausi.
Le grida della calca e il ritorno de’ signori mandati alle porte della città, annunziarono l’arrivo del corteo. E tosto si vide entrare intorniato dagli ufficiali della spedizione, il vessillo reale, cosi felicemente ricondotto dall’altra riva del mar tenebroso; furono guardati con ammirazione quegli uomini dal colorito abbronzato che lo avevano seguito in mezzo a tanti pericoli. La curiosità divorava, per così dire, cogli occhi gli oggetti sconosciuti portati da quel Nuovo Mondo : le piante, gli animali vivi o conservati, sopratutto gl’ lndiani ignudi e timidi, dipinti il corpo in quella strana foggia.
Alla perfine apparve Colombo altrettanto semplice quanto modesto nella magnificenza della sua assisa. Ma il suo cuore era innondato da santa gioia, e la sua fronte raggiava di una serenità sublime. Trasparivagli dai lineamenti del viso il sentimento dell’augusta missione da lui adempiuta.
Scorgendo il Rivelatore del Nuovo Mondo, per un moto improvviso, i due Monarchi, alzandosi da sedere, fecero qualche passo innanzi, come per andare verso di lui, e gli stesero graziosamente le mani. Sempre sottomesso all’autorità, Colombo andava in segno di omaggio per baciar le mani reali, piegando il ginocchio secondo l’etichetta di Castiglia ; ma lsabella e Ferdinando non lo consentirono. La Regina, confusa a tale atto di modestia, lo fece sedere accanto a lei nel seggio che gli era stato preparato. «Don Cristoforo Colombo, disse lsabella, copritevi davanti ai vostri Monarchi: sedete accanto a loro. Sedete, Ammiraglio dell’Oceano, Vice-re del Nuovo Mondo.» Cogli occhi, che brillavano di gioia, di tenerezza e di ammirazione, la Regina «non sedette se non dopo che, comandato da lei, Colombo si fu coperto come un grande di Spagna, e si collocò nella seggiola stata collocata espressamente davanti al trono. Poscia che si ebbero gratulato con lui, i Re lo invitarono a far loro il racconto della sua scoperta.
lndarno fu le molte volte descritto il ricevimento di Colombo a Barcellona. Tutti gli storici, trascurando la parte spirituale e cristiana di questa solennità, hanno quasi passato sotto silenzio il discorso di Colombo per cosiffatta inaugurazione del Nuovo Mondo.
Siaci dunque permesso riparare questo oblio; e poiché il testo medesimo di tale allocuzione non ci é stato trasmesso fermiamo almeno l’ordine dei fatti e delle nozioni generali, la cui esposizione occupò quella seduta. [etc etc]
Roselly de Lorgues, Cristoforo Colombo: storia della sua vita e dei suoi viaggi (1857).