Los reyes católicos firman en Barcelona el tratado en cuya virtud el rey de Francia restituye á la corona de Aragon el Rosellon y la Cerdaña.
Año: 1493
-
Romería de los reyes católicos a Montserrat
Salen los reyes católicos en romería para Monserrate, regresando al cabo de once dias.
-
Entra Cristobal Colón de vuelta de su primer viaje con sus marineros, que introducen la sífilis en Barcelona, desde donde se propaga por toda Europa
Capitulo primero del origen & nascimiento deste morbo serpentino dela ysla Española. E de como fue hallado & aparecido y de su proprio nombre.
Plugo a la diuina justicia de nos dar y embiar dolencias ignotas nunca vistas ni conocidas ni en los libros de medecina halladas assi como fue esta enfermedad serpentina. La qual fue aparescida & vista en España en el año del señor de mil & quatrocientos & nouenta y tres años en la ciudad de Barcelona: la qual ciudad fue inficionada & por consiguiente toda la Europa, y el vniuerso de todas las partes sabidas & comunicables: el qual mal tuuo su origen & nacimiento de siempre en la isla que agora es nombrada Española: segun que por muy larga y cierta esperiencia se ha fallado & como esta isla fue descubierta y hallada por el almirante don Xristoual Colon al poniente teniendo platica & comunicacion con la gente della. E como el de su propia calidad sea contagiosa facilmente se les apego: & luego fue vista en la propia armada: & como fuesse dolencia nunca por los españoles vista ni conoscida, aunque sentian dolores y otros efectos de la dicha enfermedad imponianlo a los trabajos de la mar o a otras causas, segun que a cada vno les parescia, y al tiempo quel almirante don Xristoual Colon llego a España estauan los Reyes Catholicos enla ciudad de Barcelona y como le fuessen a dar cuenta de su viaje & delo que auian descubierto, luego se empeço a funcionar la ciudad y a se estender la dicha enfermedad, segun que adelante se vido por larga esperiencia: & como fuesse dolencia no conocida y tan espantosa a los que la veyan acogianse a hazer mucho ayuno & deuociones & limosnas que nuestro señor los quisiesse guardar de caer en tal enfermedad.
E luego el año siguiente de mil & quatrocientos y nouenta & quatro años. El xpistianissimo rey Carlos de Francia que al presente reynaua ayunto grandes gentes & passo en Italia: y al tiempo que por ella entro con su hueste yuan muchos españoles enella inficionados desta enfermedad & luego se empeço a inficionar el real de la dicha dolencia: y los franceses como no sabian que era pensaron que de los ayres de la tierra se le apegauan. Los quales le pusieron mal de Napoles. E los Ytalianos & Napolitanos como nunca del tal mal tuuiesen noticia pusieron le mal frances; y de alli adelante segun fue cundiendo asi le fueron imponiendo el nombre cada vno segun que le parescia que la enfermedad traya su origen.
En Castilla le llamaron bubas, y en Portugal le impusieron mal de Castilla y en la India de Portugal le llamaron los indios mal de los portugueses: los indios de la isla española antiguamente assi como aca dezimos bubas dolores y apostemas y vlceras: assi llaman ellos esta enfermedad Guaynaras: & bipas y tayuas & içus. Yo le impongo morbo serpentino de la ysla Española, por no salir del camino por donde el vniuerso le imponia cada vno el nombre que le parescia que la enfermedad traya su prinncipio: y por esto le pusieron los franceses mal de Napoles, y los ytalianos mal frances: y los portugueses mal de Castilla: & los indios de Arabia, Persia & India mal de Portugal: segun que ya es dicho: & en quanto imponer a esta enfermedad morbo serpentino: es por que segun su fealdad no hallo cosa a que mas naturalmente la pueda comparar que es a la sierpe: porque assi como la sierpe es animal feo y temeroso y espantoso, assi esta enfermedad es fea y temerosa y espantosa: enfermedad graue que apostema & corrompe la carne: & quiebra y podrece los huessos y corta y atrae los neruios, y por tanto le impongo el tal nombre. E sabiendo yo que aqueste mal tuuo su origen de tiempo antiguo en la isla Española y que de alli salio su principio le impongo el tal nombre.
-
Una visión romántica de la recepción de Colón por los Reyes Católicos
Il 15 aprile, in cui Colombo doveva entrare a Barcellona, gran parte de’ cittadini era andata ad incontrarlo; il fiore della gioventù lo precedeva a cavallo : una deputazione della corte, mandatagli incontro, lo aspettava fuor delle porte della città. Come per compiere e crescere quella solennità, l’orizzonte era tutto dolcezza e luce. La natura precoce del paese faceva pompa delle primizie delle sue ricche produzioni. ll sole splendeva nel più bel sereno. ll vento del mare spandeva, insiem colla sua freschezza, i profumi delle rose e de’ fiori d’arancio che cominciavano ad aprirsi. Nel palagio dei Re, per nuova disposizione, ora stata ingrandita la vasta sala delle cerimonie, resa accessibile al popolo e splendidamente decorata. Sotto un magnifico baldacchino di broccato d’oro stavan rizzati due troni, un seggio coperto di velluto con frange d’oro, e accanto ad esso, posta alquanto innanzi, una ricca seggiola a bracciuoli.
Poco prima del suo arrivo, preceduti, secondo il cerimoniale usato, dai loro araldi di armi, dalle trombe, dai messaggeri e dalla loro casa militare, i due Monarchi, cinta la fronte della loro corona, e vestiti di tutti gli attributi della sovranità, entrarono, e si assisero ciascuno sopra il suo trono.
ll Principe reale sedette sul secondo seggio.
La seggiola a bracciuoli rimase vuota.
l grandi ufficiali delle due case reali, i ministri, i consiglieri di stato si ordinarono a destra e a sinistra alquanto dietro ai troni. l dignitari d’Aragona da un lato; i dignìtari della Castiglia dall’altro; e più lungi gli impiegati delle due case civili, i cavalieri, gli scudieri, i paggi, ciascuno secondo il suo grado. ln luogo riservato avevano preso posto le dame del palazzo, i prelati, i ricchi signori, la nobiltà; al di fuori della balaustrata stavano in piedi gl’ intendenti delle due corone, e i borghesi che qualche dimestico della corte aveva introdotti colà per favore.
Al di fuori si udiva il fremito indescrivibile della moltitudine; le strette contrade di Barcellona erano stivate di una calca impaziente di vedere. A tutti i balconi adorni di fiori, di tappeti e di donne, si agitavano mazzi di fiori, ventagli e mantiglie. Da ogni terrazzo, e perfino dai tetti carichi di spettatori partivano mille voci confuse e tutte festose. A poco a poco queil ‘ immenso e sordo romore si fece più grande, si rinforzò, crebbe e si tramutò in tonanti plausi.
Le grida della calca e il ritorno de’ signori mandati alle porte della città, annunziarono l’arrivo del corteo. E tosto si vide entrare intorniato dagli ufficiali della spedizione, il vessillo reale, cosi felicemente ricondotto dall’altra riva del mar tenebroso; furono guardati con ammirazione quegli uomini dal colorito abbronzato che lo avevano seguito in mezzo a tanti pericoli. La curiosità divorava, per così dire, cogli occhi gli oggetti sconosciuti portati da quel Nuovo Mondo : le piante, gli animali vivi o conservati, sopratutto gl’ lndiani ignudi e timidi, dipinti il corpo in quella strana foggia.
Alla perfine apparve Colombo altrettanto semplice quanto modesto nella magnificenza della sua assisa. Ma il suo cuore era innondato da santa gioia, e la sua fronte raggiava di una serenità sublime. Trasparivagli dai lineamenti del viso il sentimento dell’augusta missione da lui adempiuta.
Scorgendo il Rivelatore del Nuovo Mondo, per un moto improvviso, i due Monarchi, alzandosi da sedere, fecero qualche passo innanzi, come per andare verso di lui, e gli stesero graziosamente le mani. Sempre sottomesso all’autorità, Colombo andava in segno di omaggio per baciar le mani reali, piegando il ginocchio secondo l’etichetta di Castiglia ; ma lsabella e Ferdinando non lo consentirono. La Regina, confusa a tale atto di modestia, lo fece sedere accanto a lei nel seggio che gli era stato preparato. «Don Cristoforo Colombo, disse lsabella, copritevi davanti ai vostri Monarchi: sedete accanto a loro. Sedete, Ammiraglio dell’Oceano, Vice-re del Nuovo Mondo.» Cogli occhi, che brillavano di gioia, di tenerezza e di ammirazione, la Regina «non sedette se non dopo che, comandato da lei, Colombo si fu coperto come un grande di Spagna, e si collocò nella seggiola stata collocata espressamente davanti al trono. Poscia che si ebbero gratulato con lui, i Re lo invitarono a far loro il racconto della sua scoperta.
lndarno fu le molte volte descritto il ricevimento di Colombo a Barcellona. Tutti gli storici, trascurando la parte spirituale e cristiana di questa solennità, hanno quasi passato sotto silenzio il discorso di Colombo per cosiffatta inaugurazione del Nuovo Mondo.
Siaci dunque permesso riparare questo oblio; e poiché il testo medesimo di tale allocuzione non ci é stato trasmesso fermiamo almeno l’ordine dei fatti e delle nozioni generali, la cui esposizione occupò quella seduta. [etc etc]
-
Carta de Pedro Mártir sobre Colón
In one of his epistles, dated Barcelona, May 1st, 1493, and addressed to C. Borromeo, [Peter Martyr] says: « Within these few days a certain Christopher Columbus has arrived from the western antipodes; a man of Liguria, whom my sovereigns reluctantly intrusted with three ships, to seek that region, for they thought that what he said was fabulous. He has returned and brought specimens of many precious things, but particularly gold, which those countries naturally produce.»